Editoriale:
“Partorire senza dolore con l’agopuntura”
“Nascere sicuri”, la commissione permanente del parlamento Igiene e Sanità si è occupata recentemente, nell’ambito della indagine conoscitiva sul percorso nascita effettuata tramite l’audizione di esperti, anche di Agopuntura.
L’ipotesi è quella che la donna, che consapevolmente voglia decidere di esercitare la propria autodeterminazione nella scelta tra parto cesareo o naturale, possa usufruire per l’attenuazione del dolore durante il travaglio, in alternativa o complemento alla “parto analgesia” anche dell’agopuntura.
Cogliamo lo spunto da questo parto, felicemente naturale, per parlare di un altro ben più travagliato.
Nei numeri precedenti del nostro “quaderno” avevamo fantasticato sull’ipotesi di una legge, riservata alla sola agopuntura, che ne regolasse la formazione e la pratica.
In effetti la FISA (Federazione Italiana delle Società di Agopuntura) aveva aderito, nell’anno 2010, alla discussione su di una tale proposta di legge che era stata depositata agli atti della attuale legislatura nel 2009 da un deputato che è agopuntore.
In seguito a traversie parlamentari del presentante, il progetto è attualmente in fase di stallo.
Ci ha preoccupato vedere come numerosi organi di informazione, al fine di delegittimare il politico, abbiano sottolineato con enfasi particolarmente ironica la sua appartenenza al mondo della agopuntura le quali necessità sono state presentate come il minore dei problemi che affliggerebbero la nostra sanità, di conseguenza non degne di interessamento.
Riteniamo nostro dovere stigmatizzare il fatto che lo stesso stile di comportamento sia stato usato anche in sede parlamentare, durante discussioni non strettamente correlate ma che hanno espresso un atteggiamento ai limiti della derisione per la nostra disciplina.
Nutriamo, stanti queste premesse, un giustificato timore che anche per questa legislatura il sogno di una legge esclusiva possa svanire.
L’agopuntura rimane pur sempre presente nei disegni di legge sulle Medicine non Convenzionali, depositati in parlamento, in attesa di discussione.
Avevamo già pubblicato nel numero precedente un aggiornamento, alla data del 19 maggio 2010, sulla attività relativa; pubblichiamo ancora una “rassegna parlamentare” tratta dal sito della FNOM & O alla cui lettura rinviamo per un ripasso di quanto già detto.
E’ importante ancora sottolineare come, nella seduta del 29 Settembre 2010, il ministro della sanità Fazio abbia convenuto sulla opportunità di aprire un tavolo-politico di natura informale sui disegni di legge in tema di medicine non convenzionali.
Purtroppo dalla lettura degli atti dell’ultima riunione della commissione parlamentare permanente sulle MNC che risale al 19 gennaio 2011 si evidenzia chiaramente come, al momento, l’accomunamento di discipline mediche e di altre che ne sono profondamente distanti abbia condotto la discussione in un ginepraio da cui sarà difficile che i parlamentari incaricati riescano a districarsi.
Indipendentemente dalla cattiva informazione e/o dalla malafede, la camera dei deputati si è occupata appropriatamente di agopuntura; ciò ha portato all’emanazione degli ordini del giorno 9/624-B/4 e 9/3687-A/25 con i quali il governo si è impegnato alle seguenti risoluzioni: “prevedere l’utilizzo della agopuntura nella terapia del dolore” , “valutare l’opportunità di adottare nelle sedi appropriate e con le opportune iniziative normative, l’inserimento, durante gli ultimi anni del corso di laurea in medicina e chirurgia, di un sistema informativo sui meccanismi d’azione dell’agopuntura e sulle sue indicazioni terapeutiche”.
All’inizio dell’articolo si è parlato della possibilità di utilizzare l’agopuntura per attenuare il dolore durante il travaglio di parto per via naturale. Prerequisito a che ciò avvenga è costituito dalla presenza, in sala parto, di una figura competente che, possibilmente, dovrebbe essere lo stesso ginecologo.
Questo introduce il problema della formazione in agopuntura, qualora ne avvertisse la necessità, di questa figura medica; analogamente come per altri medici specialisti che volessero utilizzare la metodica per scopi terapeutici limitati alla propria disciplina.
Nella situazione attuale la formazione degli agopuntori, in Italia, viene svolta con durata pluriennale(3-4 anni accademici) ed è distinta, come contenuti didattici, tra due scuole trainanti di pensiero: quella così detta “tradizionale cinese” e quella “riflessoterapica o moderna”.
L’efficacia clinica di entrambe le linee di condotta è dimostrata e le scuole italiane di agopuntura più avvedute propongono da tempo, secondo le direttive della FISA ( Federazione Italiana delle Società di Agopuntura), un insegnamento che possibilmente le integri.
Deve essere segnalato il fatto che, numerosi esperti del settore avrebbero rilevato come, in alcune delle proposte di legge sulle MNC attualmente in discussione, si tenda a privilegiare l’aspetto “tradizionale” della agopuntura a discapito di quello “moderno”,possibilmente, più scientifico. Riteniamo corretto affermare che, attualmente, la formazione data dalla maggior parte delle scuole di agopuntura italiane più accreditate rispecchia un sostanziale equilibrio tra i due metodi di insegnamento citati.
Tornando al nostro caso di partenza viene da molti addetti riconosciuto che la manualità necessaria relativa alla sola attenuazione del dolore in sala parto possa essere conseguita, indipendentemente dalla scuola di pensiero seguita, anche con periodi di formazione ben più brevi di quelli sopra citati; quanto detto sarebbe egualmente valido per altre forme di intervento agopunturistico eseguite da specialisti per quanto di loro competenza.
Per approfondire questa ipotesi, rimandiamo a quanto espresso dall’WHA/OMS ( Word Health Association – Organizzazione Mondiale della Salute) sul tema della formazione per gli agopuntori.
Questo documento suggerisce le linee guida per la formazione di medici in Agopuntura nelle nazioni nelle quali essa non sia parte integrante della corrente pratica medica, in esso vengono consigliati due tipi di formazione:
1. Addestramento completo (1500 ore) in agopuntura di medici laureati che desiderino praticarla a trecentosessanta gradi, sui loro pazienti, per le patologie per le quali è comunemente utilizzata.
N.d.r. Questo tipo di formazione privilegia l’approfondimento e l’applicazione nella pratica dei fondamenti tradizionali della agopuntura.
2. Addestramento breve (200 ore) in agopuntura di medici che desiderino utilizzarla come tecnica complementare nella loro pratica quotidiana o ai fini di ricerca scientifica.
N.d.r. Questo tipo di formazione appare maggiormente rivolto a chi desideri praticarla, al di là dell’aspetto tradizionale, secondo la modalità riflessoterapica che vorrebbe essere moderna e scientifica evidence based anche solo per ben definiti ambiti di intervento.
Dopo gli opportuni aggiustamenti potrebbe essere questa una proposta integrativa di quanto in essere e maggiormente praticabile per la formazione dei medici agopuntori in Italia?
(n.d.r. si parla solo di medici perché l’agopuntura, per legge, in Italia è solo atto medico)
Chi la sostiene sottolinea che si aprirebbe un nuovo campo di acculturazione medica con ripercussioni favorevoli sulla accettazione della agopuntura:
1. Un medico che l’avesse verificata con successo, in prima persona dopo avere seguito un breve corso di formazione specifico, non la ostracizzerebbe per l’applicazione ai suoi pazienti anche per altre patologie.
2. Lo stesso professionista potrebbe essere successivamente invogliato allo studio completo della Agopuntura per una sua applicazione “integrale” secondo evidenze scientifiche e tradizionali sul proprio paziente.
Il primo passo che potrebbe condurre a questo rinnovamento culturale medico?
E’ gia stato scritto negli atti della repubblica italiana: l’attuazione di quanto previsto dall’ordine del giorno 9/3687-A/25 precedentemente citato: “l’inserimento, durante gli ultimi anni del corso di laurea in medicina e chirurgia, di un sistema informativo sui meccanismi d’azione dell’agopuntura e sulle sue indicazioni terapeutiche”.
Dr.Antonio Losio
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