Quale futuro per le Medicine Non Convenzionali

Un nuovo vento sembra spirare sulle Medicine Non Convenzionali (MNC) e, tra di esse, sull’agopuntura. Sarà favorevole? Sarà la volta buona o avremo l’ennesima delusione? Leggete gli articoli pubblicati

Alcune brevi considerazioni sul documento che il Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) ha prodotto dopo l’esame dell’ultima proposta di legge per la regolamentazione delle medicine non convenzionali in Italia. Questa proposta di legge, sicuramente non tra le migliori presentate, purtroppo ricalca quanto già presente a livello di parlamento europeo in cui viene giustificato anche il ruolo dei “non medici” nella pratica di queste discipline. Il CNB ha ritenuto che essa sia” pregna di nodi concettuali particolarmente complessi e di evidente rilievo bioetico e prospettante soluzioni e provvedimenti gravidi di conseguenze nel prossimo futuro”. Stante la gravità del problema il CNB ha quindi deciso che è giunta l’ora di “risolvere (finalmente) il complesso e grave problema delle medicine non convenzionali”(tra cui l’agopuntura).

Recita il CNB:

Queste “medicine non convenzionali” vorrebbero il “pluralismo scientifico”. Ma scherziamo? Il pluralismo scientifico non esiste e non è mai esistito, il sapere scientifico è unico nelle sue varie parti e deve dare una visione unitaria della realtà (o visione unica della realtà?). Che il sole, a nostra insaputa, abbia ripreso a girare intorno alla terra?

Inciso:

In Francia, quindi in Europa, L’Accademia di medicina vuole eliminare il pagamento dei farmaci omeopatici da parte della mutua. Si ritiene che l’omeopatia sia un metodo terapeutico immaginato, due secoli fa, partendo da preconcetti privi di fondamento scientifico.

Dieci milioni di francesi consumano omeopatici (65% del costo del farmaco a carico del paziente) che vengono prescritti da trentamila medici. Una spesa di settanta milioni di euro all’anno che equivale ad una goccia nel mare della spesa farmaceutica.

Nell’esporre queste “sue” opinioni il CNB si riallaccia ad una propria vecchia fatica compendiata nel titolo “Scopi, limiti e rischi della medicina”.

Ebbene:

Gli scopi della medicina… non possono ridursi al risparmiare settanta milioni di euro di farmaci considerati inutili per poi dovere o…potere… prescrivere ai pazienti altri farmaci o trattamenti convenzionali di maggior costo nonostante il maggior rischio di effetti collaterali e pur senza miglioramento certo dei risultati.

I limiti della medicina .. ufficiale e non, sono a tutti ben evidenti; il rimedio agli stessi non consiste nell’accentuare la separazione tra le due metodiche bensì, come già avviene in molte nazioni, nell’incoraggiare l’integrazione dei due sistemi medici per il beneficio del paziente.

I rischi… secondo il CNB: “la libertà di cura tuttavia non può prescindere dalle conoscenze scientifiche acquisite e convalidate, senza le quali non è possibile tutelare adeguatamente la salute del paziente garantendone l’informazione ai fini del consenso”.

Good!

Queste conoscenze sono le stesse che avrebbero dovuto impedire l’immissione in commercio di quella classe di farmaci antinfiammatori, recentemente assunta agli onori della cronaca, che si stanno rivelando un vero boomerang per la salute dei pazienti. Chi le ha acquisite e chi le ha convalidate? Chi ha nascosto agli utenti e agli stessi prescrittori l’informazione sui potenziali danni a livello cardiocircolatorio? Quale esperienza è stata sufficiente a permetterne la diffusione a livello mondiale.

E’ tutto questo etico? Perché i dubbi che ora sorgono per le medicine non convenzionali non si sono posti quando si doveva autorizzare l’immissione in commercio in Italia di queste molecole visto che i primi segnali di danni cardiaci erano già apparsi da anni? Di cosa ci si stava preoccupando? Probabilmente delle gravità dei danni prodotti da una seduta di agopuntura o dall’assunzione di un fiore di Bach! L’agopuntura deriva da un corpo di sapere “acquisito” grazie a migliaia di anni di studio e di revisione del metodo; “grave” dell’esperienza di milioni di pazienti in tutto il mondo, e, sia consentito dirlo, in ogni epoca.

E’ sicuro che non abbia ancora acquisito la piena convalida scientifica. Se persisteranno atteggiamenti pregiudiziali come quello attuale del CNB; se si continuerà a tenere l’agopuntura fuori dai “templi” dove questa scienza si “fa”, questa verifica non si “farà” mai. Ma se questa accettazione/verifica dovesse essere concessa, concedendola a naturopati o affini, a scapito della garanzia e tutela che solo un medico può ed è tenuto a dare, sarebbe essa eticamente accettabile?

Dott. Losio Antonio